Negli ultimi giorni la Senatrice Carmela Bucolo, Vice-Coordinatrice del Dipartimento Scuola di FdI, ha presentato una proposta di legge per agevolare ulteriormente il riscatto della laurea per gli insegnanti, il personale amministrativo ATA della scuola e per i lavoratori della ricerca.
Cos’è il riscatto laurea
Il riscatto del corso di laurea è uno strumento pensato per trasformare gli anni di università in anni contributivi.
Gli anni contributivi, a loro volta, sono gli anni in cui si lavora e si versano i contributi e, quando se ne saranno accumulati almeno un certo numero, si potrà andare in pensione.
Gli anni universitari riscattati, quindi, sono considerati alla stregua di anni lavorativi e vengono conteggiati tra gli anni che danno diritto ad andare in pensione.
In pratica, si tratta di un pagamento volontario di contributi.
La condizione necessaria per effettuare il riscatto degli anni universitari è che l’aver conseguito il titolo di studio che si intende riscattare, anche se non si è obbligati a riscattare l’intero corso di studi, ma se ne può riscattare anche solo una parte, con l’esclusione degli anni fuori corso.
Ad esempio, chi ha una laurea magistrale quinquennale conseguita in sette anni effettivi, potrà riscattare da uno a cinque anni, ma non il sesto e il settimo.
Di solito, l’importo che da pagare per riscattare l’università, varia in base al reddito e alla cassa di previdenza obbligatoria in cui si versano i contributi.
Normalmente, più alto è il reddito, più è costoso il riscatto laurea.
Il riscatto laurea agevolato
Dal 2019, però, è stato introdotto anche il cosiddetto “riscatto agevolato”, una nuova modalità di calcolo dell’onere di riscatto, previsto per periodi che rientrano nel sistema contributivo (sistema in vigore dal 1/1/1996).
Questa novità, a differenza della modalità ordinaria, prende a riferimento una retribuzione convenzionale uguale per tutti: il livello minimo imponibile per artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda.
Nel 2025 questa cifra è 18.555,00 € e, a questo importo, si applica l’aliquota contributiva vigente nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, cioè il 33%.
Quindi, chi presenta domanda nell’anno 2025 e sceglie il calcolo agevolato, per riscattare un anno di università pagherà 6.123,15 €.
La proposta di legge
Il disegno di legge proposto dalla senatrice Bucalo prevede di agevolare ulteriormente il riscatto laurea per i docenti, i ricercatori e il personale amministrativo ATA della scuola e dell’università.
L’agevolazione riduce il costo del riscatto di un anno di laurea da 6.123 € a circa 900 €.
Infatti, l’aliquota applicata non è più il 33% come nel caso del riscatto agevolato classico, ma il 5% e anche in questo caso, l’onere di riscatto si potrebbe rateizzare.
L’incentivo pensato è notevole e permetterebbe a moltissimi lavoratori della scuola e della ricerca di riscattare gli anni di studio con uno sforzo economico davvero ridotto.
Il contesto e le motivazioni
Come spiegato direttamente dalla Senatrice Bucalo, nella diretta del 24/03/2025 sul sito Orizzontescuola.it, la proposta muove da alcune considerazioni di contesto e da alcune motivazioni molto sentite dai lavoratori dell’istruzione.
- L’ingresso stabile nel mondo del lavoro scolastico avviene molto tardi; in media, gli insegnanti diventano di ruolo a 49 anni. Questo avviene perché è richiesta molta formazione e perché il sistema di inserimento degli insegnanti comporta moltissimi anni di precariato.
- Il precariato protratto a lungo si riflette negativamente sui contributi versati e la futura pensione; molti insegnanti, infatti, maturano tardi i requisiti di contribuzione necessari al pensionamento. In quest’ottica, il riscatto laurea diventa quasi imprescindibile.
- Parallelamente, molti insegnanti over 60, che al momento sono circa 236.000, presentano uno stato psico fisico provato e molto affaticato; quasi un insegnante su due lavora in condizione di burnout, soprattutto nella scuola secondaria.
- In ultimo, il riscatto laurea agevolerebbe il turn over, consentendo agli insegnanti a fine carriera di andare in pensione qualche anno prima e ai giovani insegnanti di accedere prima alla cattedra di ruolo.
Tempi
La proposta ha il sostegno delle associazioni sindacali della categoria.
ANIEF, l'Associazione professionale e sindacale costituita da docenti e ricercatori in formazione, ha raccolto circa 120 mila firme per chiedere attenzione a questo tema.
La senatrice Bucalo auspica che la proposta diventi legge in breve tempo, ma non può spendere date precise e tempi certi.
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