Tutti i modi per poter ritirare il tuo fondo pensione al 100% in capitale

Marco Agnoletto
·
28
September
2024
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Tre opzioni per ritirare i soldi presenti nel fondo di previdenza complementare

Una volta arrivato in pensione, puoi richiedere di ritirare i soldi accumulati nel tuo fondo di previdenza complementare. Bada bene, però, che non esiste una sola modalità di ritiro della tua posizione individuale, bensì puoi scegliere tra 3 opzioni.

In questo articolo vogliamo concentrarci sul renderti chiari tutti gli aspetti da considerare per poter prelevare i soldi presenti nel tuo fondo sfruttando una di queste opzioni, ovvero il 100% capitale, però prima è necessario spiegarti brevemente il contesto e il perché esistano queste tre differenti alternative.

Non devi decidere nulla adesso, ma è bene che tu sia già da oggi informato su cosa significhino queste tre modalità per saperti muovere di conseguenza, specialmente per l’opzione 100% capitale. 

Opzione 1: 100% rendita

In questo caso si prende la posizione individuale maturata nel fondo pensione e la si moltiplica per un coefficiente, convertendola così in una rendita (es: mensile, trimestrale, semestrale, annuale), ovvero in una vera e propria pensione integrativa, nonché il motivo principale per cui sono nati i fondi pensione.

La rendita è, a tutti gli effetti, una seconda pensione che entra nel tuo conto corrente con la frequenza con cui preferisci ti venga elargita, e che si affianca alla pensione pubblica (quella che ti arriva dall’INPS o da un’altra cassa di riferimento specifica).

Devi però sapere che non esiste un solo tipo di rendita. Hai la possibilità di scegliere tra quella vitalizia, reversibile, certa, con controassicurazione e che raddoppia in caso di non autosufficienza

A seconda del tipo di rendita che sceglierai, cambierà l’importo mensile accreditato nel tuo conto corrente. 

Solo quando andrai in pensione avrai modo di scegliere la modalità di rendita più funzionale alla tua condizione, per ora, come dicevamo prima, è solo bene che tu ne sia a conoscenza.

Se vuoi approfondire già adesso questo tema, abbiamo fatto un video dedicato alle opzioni di ritiro del fondo con focus specifico sui diversi tipi di rendita.

Opzione 2: 50% in capitale e 50% in rendita

Se l’idea di avere una pensione integrativa ti piace, ma vorresti anche goderti subito una parte dei soldi del fondo, o se dovrai affrontare qualche spesa consistente, il decreto legislativo 252/2005 ti permette di beneficiare della seconda opzione.

Qui potrai ritirare fino al 50% del tuo fondo in capitale, mentre la percentuale residua viene convertita in rendita secondo le modalità previste dall’opzione vista appena prima.

Opzione 3: 100% in capitale

In questo caso darai disposizione al fondo pensione di liquidare la posizione individuale nel tuo conto corrente in un solo bonifico.

Attenzione, però, perché per procedere con questa richiesta occorre soddisfare una condizione ben precisa. Ecco quindi che andremo adesso a farti vedere come gestire al meglio i tuoi fondi pensione in modo da poter essere in grado di beneficiare di quest’opzione una volta che sarai in pensione.

Condizione

La legge prevede che se il 70% del montante finale presente nel fondo pensione, convertito in rendita, supera il 50% dell’assegno sociale, tu non possa chiedere tutto in capitale. 

Se non si verifica questo requisito non potrai quindi beneficiare dell’opzione 3 (100% capitale).

All’interno di questo articolo vedremo tutto nel dettaglio, ma, per il momento, quello che devi sapere è che il tuo fondo pensione non deve superare una certa quantità economica, pena l’impossibilità di usufruire del 100% capitale come opzione (ma solo delle prime due). 

La soglia si alzerà perché l’assegno sociale varierà nel tempo

Siccome la soglia massima di soldi da avere nel fondo pensione è legata all’importo dell’assegno sociale, ovvero la cosiddetta pensione “minima”, che lo Stato da alle famiglie in difficoltà, è molto probabile che nel corso del tempo questa soglia oscillerà, non restando mai fissa e immutata.

Oggi l’assegno sociale ammonta a circa 6900€ lordi annui, ma ogni anno viene ricalcolato, con conseguente innalzamento anche della soglia nei fondi pensione.

Premessa

Non pensiamo che il 100% in capitale sia l’opzione di ritiro migliore o da preferire rispetto alle altre due, per il semplice motivo che noi oggi non abbiamo idea di cosa ti servirà di più quando andrai in pensione.

Il punto è che nemmeno tu, oggi, sai con certezza cosa ti farà più comodo in quel momento e conservare la possibilità di scegliere tra tutte e tre le opzioni una volta arrivato alla pensione potrebbe non essere una cattiva idea.

Quindi, almeno finché le regole rimarranno come sono ora, ecco le tre modalità che ti consentono di sfruttare di questa opzione.

1. Chiedere un’anticipazione

Partiamo da un esempio chiarificatore per rendere tutto estremamente comprensibile.

Ipotizza di essere un lavoratore che ha versato il TFR nel fondo pensione dal 2010 in poi, sfruttando l’accordo datoriale, accordo tra il datore di lavoro e i lavoratori riguardante la gestione e la destinazione del TFR maturato, e il massimo di deduzione consentita ogni anno, cioè 5164,57€ (cifra massima annuale oltre la quale non è più possibile versare soldi verso il fondo pensione). 

Immagina anche che nel tuo fondo pensione ci siano 130.000€ (quello che viene chiamato montante) e che, a breve, potrai finalmente beneficiare di quei soldi siccome ti manca poco al raggiungimento dell’età pensionabile.

Nel caso in cui desiderassi ritirare il fondo al 100% in capitale, dovrai per forza abbassare la cifra del montante attuale e portarla sotto quella soglia che mi consentirebbe di optare per questa soluzione. 

Siccome questa operazione è direttamente influenzata dall’importo dell’assegno sociale definito per l’anno corrente, la soglia del montante a cui far riferimento, ad oggi, nel 2024, per poter ritirare il capitale al 100% è di circa 100.000/110.000€

Quindi, nel caso volessi usufruire di questa soluzione per ottenere tutti i soldi presenti nel fondo una volta giunto in pensione, puoi agire per per tempo e richiedere un’anticipazione.

 Le anticipazioni possono essere richieste per diverse ragioni (quali spese sanitarie, acquisto o ristrutturazione prima casa, etc…) e, sulla base di queste, ti verrà concessa solo una percentuale rispetto a tutto il montante presente nel fondo. 

Inoltre, per richiedere un’anticipazione devo anche soddisfare certi requisiti, uno su tutti che si applica in diversi casi, è la permanenza continua all’interno del fondo per un certo numero di anni.

Ritornando all’esempio con cui abbiamo aperto questo capitolo, l’anticipazione più attinente alla situazione descritta è quella per cui si richiede il 30% del montante (in questo caso non serve fornire alcuna motivazione per l’utilizzo di tale denaro). 

Questa strategia ti consente di estrarre una cifra pari a 39.000€ (ovvero il 30% di 130.000€) senza giustificare al fondo stesso il motivo della tua richiesta, cosa invece necessaria nel caso avessi voluto sfruttare altre tipologie di anticipazione. 

In questo caso specifico, tale anticipo abbassa il montante del fondo pensione da 130.000€ a 91.000€, quindi una cifra sufficiente per rientrare nella casistica di poter prendere il 100% del capitale dal fondo, siccome adesso il montante è sotto quella soglia utile per procedere con tale opzione. 

Attenzione: devi essere ben consapevole che su questa anticipazione (ovvero sui 39.000€ dell’esempio, nonché sul 30%) pagherai una tassazione del 23%

Nota a margine: pagherai la stessa aliquota (il 23%) anche in caso di richiesta di anticipo per la prima casa mentre, se sfruttassi l’anticipazione per spese mediche, beneficerai della tassazione agevolata dal 15% al 9%. 

Ricorda, però, che per avere un’anticipazione per spese mediche, devi dimostrare di dover davvero affrontare spese di questo tipo.

Nel caso dell’esempio, pagherai poi il 15% di tasse su tutto il capitale rimanente (91.000€) che avrai richiesto. 

Questo perché hai aperto il fondo pensione nel 2010, e, a oggi, sono passati solo 14 anni (essendo nel 2024). Infatti, è solo dal 15° anno di permanenza in poi che il fondo inizia ad abbassare la percentuale della tassazione agevolata fino ad arrivare, dal 35° anno in poi, al minimo del 9%. 

2. Usare RITA

Diversamente da prima, se non volessi perdere la tassazione agevolata che, nell’esempio precedente, è venuto meno sul 30% del montante anticipato, potresti usufruire, a determinate condizioni, di un’altra modalità per ottenere il 100% del capitale presente nel tuo fondo pensione.

In questo caso parliamo della RITA, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, un modo per richiedere, a certe condizioni, l’erogazione di tutto o parte dei soldi che hai nel fondo pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile.

Prima di vedere le modalità con cui potrai richiedere la RITA, è anzitutto necessario definire alcuni concetti chiave caratteristici di questa forma di rendita:

  • è un’opzione che puoi sfruttare solo se sei inoccupato
  • puoi richiederla per un numero di mensilità variabile (12-60 mesi) e che dipende da quanti anni prima la richiedi rispetto all’età alla quale potresti ufficialmente andare in pensione 
  • la tassazione agevolata (dal 15% al 9%) rimane sempre valida

Vediamo adesso le due principali modalità con cui richiedere la RITA al fondo pensione a cui hai aderito.

2.1. Primo modo

Se hai un fondo pensione con un montante che ha superato la soglia (quella determinata dall’importo dell’assegno sociale dell’anno corrente), sappi che puoi usare l’opzione RITA per svuotare al 100% il fondo stesso in poco tempo, ma a una condizione. 

Infatti, dovrai dare le dimissioni almeno un anno prima rispetto alla tua età di vecchiaia. 

Questo ti consentirà di avere liquidato tutto il tuo fondo pensione in 12 mensilità con tassazione agevolata dal 15 al 9% (sulla base del tempo totale per il cui hai aderito al fondo pensione stesso).

Insomma, anche se hai richiesto la cessazione dell’attività lavorativa prima dell’età pensionabile, è come se avessi ancora un’entrata economica.

2.2. Secondo modo 

Col secondo metodo, potrai richiedere in RITA solo una percentuale del montante presente nel fondo pensione e, solo successivamente al raggiungimento dell’età pensionabile, avrai modo di ritirare al 100% il capitale rimanente nel fondo stesso.

Tutto questo senza perdere i benefici sulla tassazione agevolata. 

Infatti, anche se avrai richiesto la RITA e non starai più lavorando, la tua posizione nel fondo pensione continuerà a rimanere attiva, continuando a farti accumulare anni per poter ridurre le tasse all’interno della finestra che va dal 15% al 9%.

Facciamo però adesso un esempio.

Hai 130.000€ come montante nel fondo pensione e, siccome sei in una condizione di disoccupazione e tra un anno raggiungerai l’età di vecchiaia (nonché i 67 anni previsti attualmente dalla legge, per intenderci), potrai richiedere una percentuale del tuo fondo pensione in RITA (facciamo il 30%).

In 12 mensilità ti verranno dati 39.000€ (il 30% di 130.000€) così da permetterti di far tornare il montante del fondo pensione sotto soglia. 

Qui, a differenza dell’anticipazione del 30% vista nel capitolo precedente, si mantiene la tassazione agevolata dal 15% al 9% su questo importo (ovvero sui 39.000€) e, tra un anno, quando sarai formalmente in pensione per via dell’età raggiunta, potrai riscattare al 100% i 91.000€ euro rimasti nel fondo pensione. 

3. Avere più di un fondo pensione

Se dare le dimissioni prima del previsto per ottenere la RITA ti sembra rischioso (o non è un’opzione che stai considerando), ma allo stesso tempo non vuoi neanche pagare più tasse (rispetto alla tassazione agevolata del 15-9%) in caso di richiesta di un’anticipazione, quale altra soluzione rimane per prelevare il 100% del capitale dal fondo pensione?

Per godere di tutto il montante evitando qualsiasi problematica relativa al superamento della soglia derivante dall’importo dell’assegno sociale, puoi sfruttare il fatto di crearti più di un fondo pensione

In una vita lavorativa, infatti, puoi aprire più fondi pensione e, se avrai cura di non riscattare anzitempo il primo che avrai aperto, questo ti bloccherà la data di prima adesione per tutti gli altri fondi pensione futuri a cui aderirai. 

Cosa significa? 

Che una volta arrivato alla pensione, ai fini del calcolo della tassazione finale da applicare sui soldi di cui beneficerai, potrai far valere la data di apertura del primo fondo pensione anche per tutti i fondi successivi che avrai aperto a posteriori.

3.1. Esempio pratico 

Immagina di aver aperto il tuo primo fondo pensione nel 2007 e di andare in pensione nel 2037. 

Questo fondo avrà una tassazione finale del 10,5% dal momento che lo chiuderai dopo 30 anni di permanenza. Questo perché la tassazione è del 15% per i primi 15 anni di permanenza in un fondo, mentre successivamente si riduce dello 0.3% di anno in anno fino a un minimo del 9% (raggiungibile dal 35° anno in poi).

Conseguentemente, nel 2022, hai aperto un secondo fondo che, nel 2037, l’anno del tuo pensionamento, compirà 15 anni, ma che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare (vista la legge sulla tassazione enunciata appena prima), non verrà tassato al 15% come un qualunque fondo pensione riscattato dopo 15 anni dall’apertura.

Bensì, anche questo secondo fondo avrà una tassazione al 10,5% perché l’esistenza del primo fondo (quello aperto nel 2007) manterrà bloccata la data di prima adesione alla previdenza complementare per entrambi i fondi, o comunque per tutti i fondi futuri a venire che vorrai aprire.

3.2. Un’accortezza (anzi due)

Per sfruttare questa strategia, è necessario tenere a mente un unico accorgimento: chiudere prima il fondo più recente, dimostrando che il primo (cioè quello aperto più indietro nel tempo e che determina il blocco della data per tutti i fondi a cui aderisci) è ancora in essere

Solo in un secondo momento, quindi per ultimo rispetto a tutti gli altri, potrai chiudere il fondo che è stato il primo a essere aperto. 

Chiaramente, affinché tu possa sfruttare questo metodo per recuperare al 100% tutto il capitale presente nei vari fondi pensione a cui hai aderito nel corso del tempo (e con la tassazione agevolata sempre attiva), è necessario prestare attenzione al montante che si accumula, di anno in anno, in ciascun fondo. 

Siccome adesso sai che puoi versare soldi in più fondi pensione nel corso della tua vita lavorativa, devi stare attento a non superare mai la soglia in nessuno di essi. 

3.3. Uno dei modi più frequenti per sfruttare il versamento su più fondi pensione

Per sfruttare al massimo questa condizione dell’aver aperto più fondi pensione (poniamo il caso che siano due, per semplicità), ha molto senso che nel primo fondo ti fai versare il TFR, sfruttando anche eventualmente l’accordo datoriale, mentre nel secondo fondo versi dal tuo conto corrente il contributo volontario libero utile per la deduzione fiscale.

In questo modo ti garantisci la possibilità di versare soldi per più anni nei tuoi due fondi perché il raggiungimento della soglia limite sarà più lento in entrambi i casi. 

3.4. Quando ti avvicini alla soglia in un fondo

Nel caso tu sia prossimo al raggiungimento della soglia nel fondo che usi per la deduzione (il secondo, nell’esempio), basterà che tu ne scelga un altro a cui aderire e con il quale continuerai a sfruttare i versamenti utili ai fini della deduzione fiscale.

Nel caso, invece, in cui il fondo da cambiare sia quello con il TFR e l’accordo datoriale (il primo, nell’esempio), basterà anche in questo caso sceglierne un altro, aderirvi e ricompilare il modulo TFR2 con cui comunicherai al tuo datore di lavoro che da quel momento in poi dovrà versare il tuo TFR nel nuovo fondo che hai aperto. 

Mettiamo caso, però, che l’unico fondo pensione che ti garantisce la possibilità di sfruttare l’accordo datoriale sia il fondo di categoria del tuo CCNL e che tu preveda di passare tutta la tua vita lavorativa nella stessa azienda o, pur cambiando azienda, di rimanere con buona probabilità nello stesso CCNL.

In questo caso, non è remota la possibilità di superare la soglia ben prima di andare in pensione. 

Destinando il TFR a un qualunque altro fondo perderei l’accordo. 

Quindi, come puoi fare?

Non perdere il contributo datoriale

Per non rischiare di perdere il contributo datoriale, puoi trasferire il tuo fondo di categoria prossimo alla soglia, in un altro fondo a tua scelta, che accoglierà i soldi e la data di prima adesione del primo fondo e, una volta fatto questo, potrai ri-aderire ex novo al fondo di categoria del tuo CCNL che ripartirà da un montante pari a 0, garantendoti ancora molti anni di contributo datoriale. 

L'unico requisito per trasferire i soldi da un fondo all’altro è che il fondo da cui provengono i soldi da trasferire (fondo cedente) abbia almeno due anni di anzianità

Per il resto non ci sono penali, tasse o more, a meno che non ci sia un costo di trasferimento nel caso specifico che il fondo cedente lo preveda (parliamo comunque, mediamente, di 10, 20, 30 o 50€ al massimo).

Attenzione: ricordati che non è possibile fare trasferimenti parziali da un fondo all’altro. 

Il trasferimento di fondi, infatti, o avviene al 100% o non avviene affatto. Quindi è anche per questo che devi sempre avere l’accortezza di non superare mai la soglia, altrimenti non potrai beneficiare di tutti vantaggi che ti garantisce questa metodologia. 

Un’altra cosa che ti suggeriamo di tenere in considerazione quando stai per smettere di versare in un fondo o quando stai valutando di trasferirlo, sono i rendimenti attesi e gli anni che ancora ti mancano prima di andare in pensione.

Se, infatti, smetti di versare appena prima di superare la soglia determinata dall’importo dell’assegno sociale definito per l’anno corrente, ma andrai in pensione, per esempio, tra 12 anni, è molto probabile che i rendimenti del fondo pensione, determinati dagli investimenti sul mercato, portino il montante ad aumentare nei successivi anni. 

Quindi, anche in questo caso, ripetiamo che bisogna tenere conto di tutte le variabili in gioco che potrebbero portarti all’età pensionabile con uno o più fondi pensione aventi ciascuno un montante che è sopra la soglia (nonostante tu non stia più versando soldi da diverso tempo).

Conclusioni

Se il tuo intento è quello di ritirare i soldi presenti nel fondo pensione con la formula del 100% in capitale, è bene che tu conosca tutte le strategie che sin da oggi puoi applicare così da non farti trovare impreparato quando arriverai all’ultimo giorno lavorativo. 

Sulla base delle tue esigenze personali e delle tua situazione finanziaria (attuale, futura e una volta in pensione), ciascuna delle modalità viste – richiesta di anticipazione, RITA o gestione di più fondi pensione – porta dei vantaggi specifici grazie ai quali non rischierai di veder sfumare la possibilità di ritirare tutto quello che negli anni lavorativi hai accumulato all’interno del fondo pensione. 

Certo, è sempre necessaria un'attenta valutazione della strategia da applicare perché non bisogna esclusivamente pensare a massimizzare i benefici fiscali, bensì, in primis, è necessario assicurarsi una gestione efficiente del patrimonio pensionistico.

Detta in maniera semplice:

  • l'anticipazione ti permette di accedere a una parte del fondo prima del pensionamento, ma comporta una tassazione variabile e non agevolata, salvo in caso di spese sanitarie
  • la RITA offre una rendita temporanea con una tassazione agevolata, ma richiede di essere inoccupati per poi mantenere la possibilità di ritirare il capitale restante al raggiungimento dell'età pensionabile

  • gestire più fondi pensione può consentirti di mantenere la tassazione agevolata e di evitare di superare le soglie consentite, ma dovrai ricordarti di monitorare e gestire la situazione di ciascun fondo per gran parte della tua carriera lavorativa

È perciò fondamentale considerare attentamente i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione rispetto alla tua situazione, consultando un esperto previdenziale per prendere una decisione informata. Pianificare con anticipo e consapevolezza ti permetterà di scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze, garantendo un futuro finanziario stabile e sereno.

Noi di Ciao Elsa sappiamo che la sicurezza finanziaria in pensione è una priorità e per questo ti supporteremo, sin da oggi, per qualsiasi informazione, dubbio o domanda, così da comprendere a fondo la tua casistica e darti tutta l’assistenza necessaria al fine di pianificare la strategia migliore per ritirare tutti i soldi che ci saranno nel tuo fondo pensione.