RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata): requisiti e simulazioni per sapere se conviene richiederla al tuo fondo pensione

Anna Vinci
·
18
April
2025
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In questo articolo approfondiamo cos’è e come funziona la RITA, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata

Questo istituto è previsto dal d.Lgs 252/2005 che detta le regole dei fondi pensione italiani.

Oltre all'obiettivo classico e principale di garantirti una pensione integrativa, ti viene data anche un’opportunità diversa per usare il tuo fondo pensione. 

RITA consiste, infatti, nella possibilità di richiedere l’erogazione a rate della tua posizione individuale maturata prima del raggiungimento dell’età pensionabile. 

Una sorta di pensione prima di andare in pensione.

Per cosa è stata pensata RITA

Questa prestazione ti tutela in caso di cessazione del rapporto di lavoro negli anni precedenti al raggiungimento dell’età della pensione, per l’arco di tempo che passa tra il momento della perdita del lavoro e il compimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia che, nel 2025, è 67 anni.

La RITA è, quindi, uno strumento molto utile, ad esempio, per quei lavoratori che perdono il lavoro a pochi anni dall'età pensionabile e hanno bisogno di sostenere finanziariamente una fase della vita in cui si è difficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro.

Si tratta di una risorsa molto importante per proteggere il proprio futuro.

Se hai aderito a un fondo pensione, ora sai che questa tua scelta non riguarda solo la possibilità di integrare economicamente la pensione pubblica che, come sappiamo, sarà sempre meno consistente, ma anche la possibilità di affrontare un po’ più serenamente le possibili incertezze lavorative e le eventuali modifiche e riforme sulle pensioni pubbliche che, potenzialmente, allontaneranno sempre di più l’età pensionabile.

Scopi, utilizzi e accortezze di RITA

RITA è, quindi, uno strumento che consente di ottenere una pensione in anticipo, in caso di perdita del lavoro prima di aver maturato i requisiti necessari all’accesso al pensionamento di vecchiaia.

Ma, se sottoscrivi un fondo pensione, puoi sfruttare questa opzione anche per andare in pensione prima.

Potrai, dunque, utilizzare tutta la liquidità, o una parte della liquidità, accumulata nel tuo fondo pensione per "auto pagarti" una pensione, fino al momento in cui avrai diritto di ricevere la pensione pubblica.

Nella pratica, la quota di capitale richiesta con la RITA viene separata dal montante maturato fino a quel momento e ti viene erogata ratealmente. 

Teniamo conto, quindi, del fatto che, accedendo a questa prestazione, si erode in tutto o in parte la pensione integrativa futura, riducendone l’importo o annullandolo.

Se attivi la RITA devi essere consapevole che poi la tua pensione integrativa sarà più bassa o non ci sarà, perché avrai usato i soldi del tuo fondo pensione per pagarti la RITA, svuotando del tutto, o in parte, il fondo stesso.

Ecco perché ogni volta che si decide di accedere a una delle prestazioni riconosciute prima del pensionamento, come la RITA, o le anticipazioni o il riscatto, occorre farlo con la massima consapevolezza delle conseguenze sulla propria posizione individuale al momento del pensionamento ed, eventualmente, pianificare di sfruttare questa opzione creandosi anche altre forme di sostegno economico da usare una volta che si è arrivati alla pensione.

Requisiti generali per utilizzare RITA

La RITA è a disposizione di tutti i lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici e i pensionati che sono andati in pensione con la finestra anticipata, che abbiano aderito a una forma di previdenza complementare con il loro TFR, o con contributi volontari deducibili, o con entrambe le voci.

Se stai pensando di poter smettere di lavorare e mantenerti con RITA già subito, dobbiamo avvertirti subito: nella maggior parte dei casi non è così immediato

Ci sono, infatti, 2 situazioni per poter usufruire della RITA.

RITA 1

In questo caso bisogna soddisfare i seguenti requisiti: 

  • Innanzitutto è necessario che sia cessata l’attività lavorativa da almeno un giorno. Non devi avere contratti di subordinazione, né partite IVA intestate;

  • Occorre avere un’anzianità contributiva di almeno 20 anni nella previdenza obbligatoria, ovvero all’INPS o nelle casse professionali di riferimento. Detta in parole più semplici: devi avere almeno 20 anni di contributi alle spalle;

  • Bisogna aver aperto una qualsiasi forma di previdenza complementare almeno da cinque anni. Non puoi aprire il fondo pensione e chiedere RITA 3 anni dopo;

  • Non devono mancare più di 5 anni all’età di pensionamento di vecchiaia prevista dalla previdenza obbligatoria che oggi cade a 67 anni. Ti ricordiamo che l’età pensionabile aumenterà nel tempo. 

In pratica puoi richiedere RITA per 1, 2, 3, 4 o 5 anni al massimo, se ti mancano non più di cinque anni al compimento dei 67.  

RITA 2

In questo caso bisogna soddisfare questi requisiti: 

  • Occorre che la cessazione dell’attività lavorativa e la conseguente inoccupazione duri per almeno 24 mesi;

  • Anche in questo caso bisogna aver aperto una qualsiasi forma di previdenza complementare almeno da cinque anni;

  • Non devono mancare più di 10 anni all’età di pensionamento di vecchiaia prevista dalla previdenza obbligatoria che oggi cade a 67 anni e che aumenterà nel tempo. 

In pratica, in questo caso, puoi chiedere al tuo fondo pensione la RITA per 6, 7, 8, 9 o 10 anni, se ti mancano non più di dieci anni anni al compimento dei 67.

Devi anche tenere conto che, in questo secondo caso, prima di poter chiedere RITA devi restare per due anni senza lavoro

Tassazione

La tassazione della RITA segue le stesse regole a cui è sottoposta la normale prestazione pensionistica del fondo pensione. 

RITA, quindi subisce una tassazione dal 15% al 9%, calcolata in base agli anni di permanenza nel fondo pensione a partire dalla data di prima adesione alla previdenza complementare.


La tassazione sarà il 15% se hai aderito al fondo pensione per non più di 15 anni e diminuirà dello 0,3% all’anno per ogni anno di permanenza in più oltre al quindicesimo, fino a bloccarsi al minimo, cioè al 9% se resti all’interno della previdenza complementare 35 anni o più. 

Esempio

Ipotizziamo che ti manchino 3 anni all’età per la pensione e che tu disponga di un fondo pensione con 100.000 €.

Ipotizziamo anche che tu non voglia più lavorare.

Puoi decidere di dare le dimissioni e usare la RITA per mantenerti da questo momento fino alla pensione, quindi in totale per tre anni.

Quanti soldi ti arriverebbero?

Bisogna calcolare:

100.000 € : 36 mesi = 2.777 € lordi circa.

Ora, calcoliamo l’importo tassato con un massimo del 15% e un minimo del 9%.

Nella peggiore delle ipotesi avrai un assegno mensile netto di 2.360 €, nella migliore delle ipotesi l’assegno supererà i 2.500 € netti al mese.

Attenzione, perché dopo 36 mesi il tuo fondo pensione sarà vuoto.

Per evitare questo scenario, puoi anche decidere di farti dare RITA su una percentuale del fondo inferiore al 100%. 

Quindi puoi chiedere RITA, ad esempio, sull’80% o il 70% del capitale contenuto nel fondo e così, dopo 36 mesi, avrai ancora 20.000 € o 30.000 € nel tuo fondo pensione.

Revoca  

Se vuoi, a un certo punto, puoi richiedere di interrompere RITA.

Nel corso dell'erogazione della RITA, infatti, l'aderente può richiederne la revoca, con conseguente cessazione dell'erogazione delle rate residue.

Capitale Residuo 

Se non ti fai erogare in RITA l'intera posizione individuale, sulla parte residua puoi richiedere: 

  • anticipazioni 
  • riscatto
  • prestazione pensionistica integrativa

Trasferimento

Nel caso in cui, mentre ti viene data RITA, tu decida di trasferire il tuo fondo in un altro fondo, la RITA verrà automaticamente revocata e l'intera posizione individuale residua confluirà nel tuo nuovo fondo pensione.

In caso di decesso 

Infine, in caso di decesso dell’Aderente durante il periodo di percezione della RITA, il capitale non ancora rimborsato viene liquidato agli eredi o ai diversi beneficiari indicati: in ogni caso il capitale non entra nell’asse ereditario e non subisce l’imposta di successione.

Ora che abbiamo visto le regole basilari di RITA, approfondiamo l’argomento con due esempi pratici e una premessa metodologica: la base di calcolo per la RITA in questi esempi è la parte di capitale versato nel fondo, al netto dei redditi già assoggettati a tassazione, cioè rendimenti ed eventuali contributi non dedotti.

Esempio 1: richiesta di RITA per disoccupazione

Prendiamo il caso di un lavoratore dipendente che aderisce molto presto al fondo pensione, versa con costanza il TFR, le percentuali dell’accordo del CCNL e qualche contributo volontario, raggiungendo una posizione individuale di 230.000 €.

Ipotizziamo che la sua azienda fallisca o lui venga licenziato a 4 anni dall’età di pensionamento di vecchiaia. 

Potrà usare il suo fondo pensione per pagarsi lo stipendio nei 4 anni che lo separano alla pensione pubblica e chiedere RITA usando il 100% dell’importo maturato nella posizione individuale.

Ecco cosa succederà: 

RITA Rendita Integrativa Temporanea Anticipata simulazione richiesta fondo pensione per disoccupazione

Essendo rimasto nella previdenza complementare per 39 anni, la tassazione sarà la minima, quindi il 9%

Prendendo il capitale imponibile di 230.000 € e applicando la tassazione del 9%, nel fondo restano 209.300 € netti che, divisi per 48 mesi, generano un importo mensile di 4.360,4 €. 

Esempio 2: richiesta di RITA per andare in pensione prima 

Prendiamo ora il caso di un dipendente che ha aderito da giovane al fondo pensione e per i primi 10 anni ha svolto attività come autonomo in regime forfettario, senza poter dedurre fiscalmente i 2.000 € all’anno che ha versato in quel periodo. 

In questo caso, il lavoratore ha un montante finale di 170.000 €, di cui i primi 20.000 € non subiranno tassazione, poiché non sono stati dedotti durante l’attività in regime forfettario. 

Supponiamo che la persona voglia chiedere RITA per andare in pensione 2 anni prima dell’età prevista di vecchiaia e usando il 50% del suo fondo pensione. 

Ecco cosa succederà in questa seconda ipotesi. 

Avendo deciso di sfruttare il 50% del capitale contenuto nel suo fondo, bisogna considerare:

  • 75.000 € (la metà di 150.000 €) da tassare
  • 10.000 € (la metà di 20.000 €) da non tassare

I 75.000 €, anche qui, grazie all’adesione “longeva” verranno tassati al 9% e quindi diventeranno 68.250 €.

A questi aggiungiamo i 10.000 € non tassati e otteniamo 78.250 €.

Dividiamo l’importo per 24 mesi e otteniamo la RITA mensile pari a 3.260,41 €.

Al termine dei 24 mesi questa persona andrà in pensione e troverà nel fondo pensione il 50% di capitale residuo che ha deciso di non trasformare in RITA

RITA Rendita Integrativa Temporanea Anticipata simulazione richiesta per andare in pensione prima

Come si richiede RITA 

Nel modulo apposito di richiesta RITA, devi indicare i tuoi dati anagrafici e dichiarare la presenza di tutti i requisiti utili a ottenere la prestazione. 

Inoltre, dovrai segnalare:

  • la percentuale di montante che intendi trasformare in RITA;

  • La scelta del comparto in cui viene gestito il montante da cui viene attinta la rendita o la modifica del comparto che il fondo pensione utilizza di default in questo caso;

  • gli estremi bancari, su cui deve essere accreditata la prestazione.

Oltre al modulo compilati devi anche allegare:

  • copia di un documento di identità in corso di validità;

  • certificazione rilasciata dall’INPS comprovante il possesso del requisito contributivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori se richiedi la RITA nei 5 anni antecedenti la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia;

  • attestazione del periodo di inoccupazione superiore a 24 mesi (ad esempio la certificazione del centro per l’impiego), se richiedi la RITA nei 10 anni antecedenti la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Infine, ti ricordiamo che la prestazione prevede un costo consultabile nelle singole Schede Costi dei fondi e che la rendita sarà erogata dal momento dell’accettazione della tua richiesta da parte del fondo pensione e fino alla maturazione dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia nel regime pensionistico obbligatorio di appartenenza.

Scopri se puoi andare in pensione prima

La RITA è uno degli strumenti più efficaci per andare in pensione prima, sfruttando il capitale accumulato nel fondo pensione e beneficiando di una tassazione agevolata.

Tuttavia, se ti mancano pochi anni alla pensione e vuoi capire se esistono altre opportunità per anticipare l’uscita dal lavoro aumentando al contempo l’importo dell’assegno pensionistico, è fondamentale analizzare a fondo la tua situazione contributiva.

Con il servizio di consulenza personalizzata Elsa Pensioni, ti aiutiamo a valutare tutte le opzioni disponibili, come il riscatto della laurea, la totalizzazione o il cumulo dei contributi, e a costruire un piano previdenziale su misura per te.