Il contributo datoriale: “soldi gratis” destinati al tuo fondo pensione

Margherita Gallo
·
29
November
2024
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Se sei un dipendente e hai dovuto scegliere se tenere il tuo TFR in azienda o farlo versare in un fondo pensione, forse ti sei imbattuto nel contributo datoriale, un aspetto di cui potresti non conoscere nel dettaglio il significato. 

In questo articolo ti spieghiamo cos’è il contributo datoriale, quando puoi ottenerlo e come. 

Il contributo datoriale è un extra, calcolato in percentuale, di solito a partire dalla tua RAL, che può entrare ogni anno nel tuo fondo pensione oltre al TFR.

In Ciao Elsa lo definiamo “soldi gratis” perché, anche se gli importi variano da un caso all’altro, il contributo datoriale è sempre qualche centinaio di Euro in più che entra nel tuo fondo pensione ogni anno se hai scelto di sfruttare l’accordo datoriale.

Per ottenere questo “regalo” da parte della tua azienda è necessario soddisfare alcuni requisiti.

Tipologia di lavoro

Prima di tutto devi essere un lavoratore dipendente, assunto e inquadrato in un CCNL

CCNL è l’acronimo di Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, ovvero contratti stipulati dai rappresentanti dei lavoratori e dai rappresentanti dei datori di lavoro, in cui vengono decise le regole che entrambe le parti devono rispettare. 

Il CCNL stabilisce gli orari di lavoro, la retribuzione in base al livello d’inquadramento, le ferie, i permessi, la malattia, gli straordinari e tutto ciò che riguarda il contratto di lavoro tra l'azienda e il lavoratore, compresa la previdenza complementare

In Italia esistono diversi CCNL che variano in base ai settori produttivi in cui operano le aziende. 

Ecco qualche esempio di CCNL: Metalmeccanico, Commercio, Chimico Farmaceutico, Sanità Pubblica, Scuola, Telecomunicazioni. 

TFR destinato alla previdenza complementare

Il secondo requisito da soddisfare per ottenere il contributo datoriale è di versare il tuo TFR in un fondo pensione. Se, infatti, hai lasciato il TFR in azienda, non puoi accedere a questa possibilità.

Solo chi versa il TFR nel fondo pensione può, se vuole, sfruttare l’accordo per avere il contributo datoriale. 

In Italia ci sono oltre 100 fondi pensione, divisi in tre macro famiglie: 

  • PIP (Piani Individuali Pensionistici);
  • FPA (Fondi Pensione Aperti);
  • FPN (Fondi pensione Negoziali, o chiusi o di categoria).

PIP ed FPA sono istituiti e gestiti da società con scopo di lucro come banche, assicurazioni, poste, Società di Gestione del Risparmio e Società di Intermediazione Mobiliare.

I fondi pensione negoziali, invece, nascono a partire da un accordo sindacale e rispondono a un CCNL. 

Molti Contratti Collettivi Nazionale del Lavoro hanno un loro fondo negoziale

Mentre ai PIP si può aderire solo individualmente, ai Fondi di categoria si aderisce solo collettivamente

Questa adesione collettiva è, infatti, riservata a chi appartiene a una specifica categoria professionale. In pratica, se sei assunto con CCNL metalmeccanico non puoi fare il fondo di categoria del settore chimico e viceversa.

I fondi pensione aperti prevedono la possibilità di aderire individualmente, come a un PIP, oppure collettivamente come a un Fondo di categoria.

Nel caso degli FPA, l’adesione collettiva non è riservata a una specifica categoria di lavoratori ma, come suggerisce la parola stessa, è aperta a chiunque. 

Tutti i fondi pensione hanno le stesse regole, stabilite dal d.Lgs 252/2005. Però, si differenziano uno dall’altro essenzialmente per tre fattori

  1. Costi;
  2. Rendimenti;
  3. Presenza di un accordo che obbliga l’azienda al versamento del contributo datoriale. 

Se sei un dipendente pubblico, puoi aderire con il TFR solo al fondo di categoria del tuo inquadramento. 

In questo caso sappi che il tuo fondo prevede l’accordo e la contribuzione extra da parte del datore di lavoro.

Se, invece, sei un dipendente del settore privato, hai facoltà di far versare il tuo TFR in qualunque PIP,  qualunque FPA e nel fondo pensione di categoria del tuo CCNL.

Non tutti questi fondi, però, hanno l’accordo che obbliga la tua azienda a versare i “soldi gratis”. 

I PIP, infatti, prevedono solo l’adesione individuale e non quella collettiva, quindi non hanno la possibilità di stipulare l’accordo con le aziende.

I Fondi Pensione Aperti, invece, danno la possibilità di stipulare l’accordo per decisione volontaria dell’impresa, mentre i fondi di Categoria garantiscono la presenza di accordo e la possibilità di sfruttare il contributo datoriale, perché rispondono a un CCNL e non alla volontà specifica della singola azienda. 

Qualche esempio di fondo di categoria

Uno dei CCNL più frequenti in Italia è il Settore Terziario Commercio che ha, come fondo di riferimento, il Fon.TE.

Il CCNL chimico ha, invece, il Fondo Fonchim, l’editoria il Fondo Byblos, mentre il settore alimentare ha il fondo ALIFOND.

Chi lavora nell’ambito delle Telecomunicazioni può aderire al fondo Telemaco e chi è inquadrato con CCNL metalmeccanico può aderire a Cometa

In ambito pubblico, chi lavora nella scuola potrà aderire al fondo Espero, chi lavora nella sanità o nella pubblica amministrazione potrà aderire al fondo Perseo-Sirio.

Per sapere qual è il fondo di categoria previsto nel tuo caso, basta controllare il tuo contratto e verificare qual è il CCNL con cui sei assunto. In caso di dubbio, puoi sempre rivolgerti al tuo datore di lavoro e chiedere quale fondo di categoria è previsto per te e i tuoi colleghi.

Un’altra domanda che ti suggeriamo di rivolgere al tuo datore di lavoro è se, in azienda, sono previsti accordi anche con altri fondi oltre a quello di categoria

Potrebbero, infatti, esserci accordi anche con fondi territoriali. Questi ultimi rientrano tra i fondi di categoria, ma, invece dell’appartenenza a un CCNL, hanno come requisito di partecipazione l’appartenenza a una regione. 

Se l’impresa ha sede legale in un dato territorio, potrebbe mettere a disposizione dei dipendenti sia il fondo di categoria del CCNL, sia il fondo di categoria territoriale

Alcune aziende stipulano accordi anche con uno o più Fondi Pensione Aperti a loro discrezione. Se lavori in una di queste aziende, potresti scegliere tra il fondo del CCNL e altri fondi aperti messi a disposizione dal tuo datore di lavoro. 

Versamento della tua percentuale

L’ultimo requisito da soddisfare per poter ricevere il contributo datoriale è il versamento volontario di una piccola percentuale della tua RAL, che tu stesso disponi in favore del tuo fondo pensione, avendo scelto un fondo di categoria o un fondo in accordo con l’azienda.

Questo versamento avviene in automatico attraverso un piccolo prelievo dalla tua busta paga mensile lorda. 

L’importo trattenuto dal tuo stipendio viene versato nel tuo fondo pensione e, a questo punto, il tuo datore di lavoro è obbligato ad aggiungere nel tuo fondo i “soldi gratis”. 

L’accordo e le sue percentuali

Le percentuali dell’accordo variano da un CCNL all’altro e quasi sempre vengono calcolate sulla busta paga lorda del dipendente. In qualche caso, invece, vengono calcolate sul minimo tabellare, cioè la cosiddetta busta paga base. 

È sempre il CCNL di inquadramento a dettare le regole, quindi verifica quali sono le percentuali previste nel tuo caso.

Qui di seguito facciamo qualche esempio, riportando alcuni dei CCNL più corposi.

  • Il settore terziario commercio prevede, per il dipendente, un versamento minimo dello 0,55% della RAL e, per il datore di lavoro, il versamento dell’1,55% della RAL.
  • Chi lavora nel settore metalmeccanico deve versare l’1,2% della sua RAL per ottenere il 2% dal suo datore di lavoro.
  • I dipendenti pubblici, sia che abbiano il fondo Espero per i dipendenti della scuola, sia che aderiscano al fondo Perseo Sirio per i dipendenti della pubblica amministrazione e sanità, versano, se vogliono, l’1% della loro RAL per ottenere un contributo datoriale equivalente, cioè sempre dell’1%.

Il datore di lavoro è obbligato al versamento del suo contributo solo se tu, per primo, versi il tuo

Mentre tu non sei sempre obbligato a versare il tuo contributo. Infatti puoi anche decidere di far versare solo il TFR nel fondo pensione e non otterrai il contributo datoriale. 

Se invece vuoi il contributo del datore, devi versare la tua parte. 

Se la tua azienda ti mette a disposizione anche altri fondi oltre a quello del tuo CCNL, puoi chiedere quali sono le percentuali previste negli eventuali altri fondi ma, di norma, vengono replicate le stesse percentuali previste dal tuo CCNL per il fondo di categoria. 

Un’ultima regola molto importante da sapere è che il contributo volontario e il contributo datoriale devono necessariamente andare nello stesso fondo e cioè quello in cui fai versare il TFR. 

Questi importi non possono essere destinati a più fondi contemporaneamente, perciò le due percentuali dell’accordo possono essere versate solo dove viene versato il TFR

C’è solo un fondo che fa eccezione a questa regola: il Fondo Mario Negri riservato ai dirigenti del settore commercio. Questo fondo è l’unico che dà la possibilità ai suoi aderenti di sfruttare l’accordo anche se il TFR è stato destinato a un altro fondo pensione.  

Deduzione fiscale 

Se hai deciso di sfruttare l’accordo e di ricevere il contributo datoriale, sappi che il dipendente porta in deduzione fiscale entrambi gli importi, sia il suo contributo volontario, sia il contributo del datore. 

La deduzione fiscale è il meccanismo con cui lo Stato abbatte l’imponibile su cui paghi le tasse e questo meccanismo è anche la base della contribuzione volontaria che puoi fare liberamente dal tuo conto corrente nel tuo fondo pensione.

Se, infatti, fai versamenti volontari liberi nel fondo pensione, entro il tetto massimo annuo di 5.164,57 Euro, puoi recuperare il 23% o il 35% o, addirittura, il 43% di tasse, in base allo scaglione IRPEF che raggiunge la tua RAL. 

Per ottenere questo beneficio fiscale, basta indicare nel 730 ciò che hai versato nel tuo fondo pensione l’anno precedente. Lo stesso tipo di risparmio fiscale è previsto anche sulle due percentuali dell’accordo datoriale. 

Nello specifico, il tuo contributo abbatte il tuo imponibile, il contributo del datore aumenta la tua RAL e non viene tassato

Questi importi, che, in termini quantitativi, variano in base al tuo CCNL e alla tua RAL, vengono dedotti in automatico con la tua busta paga. Non avrai, quindi, bisogno del 730 l’anno successivo per beneficiare di questa deduzione, ma ricordati che questi importi rientrano nel plafond annuo dei 5.164,57 Euro che è il massimo su cui puoi ottenere la deduzione fiscale.

Esempio chiarificatore 

Hai una RAL di 40K e lavori nel settore terziario commercio.

Sfrutti l’accordo del tuo CCNL, quindi versi nel fondo pensione Fon.Te lo 0,55% della tua RAL e la tua azienda aggiunge l’1,55%, sempre calcolato a partire dalla tua RAL. 

In pratica, tu versi 220 Euro all’anno e la tua azienda ne aggiunge 620.

In automatico in busta paga deduci ogni anno 220 + 620, quindi 840 Euro.

Per questo motivo, se intendi sfruttare di più la deduzione fiscale dei fondi pensione, avrai a disposizione ancora 4.324 Euro all’anno che potrai versare in un fondo pensione per dedurre (ovvero 5.164 meno 840 Euro che già deduci sfruttando l’accordo). 

Per dedurre più dell’accordo puoi usare vari metodi:

  1. Puoi fare quanto vuoi dei bonifici aggiuntivi nel tuo fondo con il TFR e dichiararli nel 730;
  2. Puoi fare dei versamenti costanti o bonifici (quando preferisci) in un altro tuo fondo pensione, diverso da quello che usi per il TFR e l’accordo. Anche in questo caso, per godere della deduzione, dovrai inserire questi importi nel 730 l’anno successivo;
  3. Puoi aumentare la tua percentuale dell’accordo. Invece di far prelevare lo 0,55% dalla tua busta paga lorda, puoi dare istruzioni alla tua azienda di prelevare una percentuale più alta e così dalla tua busta paga verranno trattenuti mensilmente più soldi che saranno poi versati nel tuo fondo pensione con il TFR. In questo caso non avrai bisogno del 730 perché la deduzione sarà contabilizzata tutti i mesi in busta paga. 

Se vuoi provare a calcolare l’importo del tuo contributo datoriale, puoi usare il nostro comparatore di fondi pensione

Se inserisci i tuoi dati reddituali, il tuo CCNL e procedi alla simulazione con il TFR, otterrai una lista di fondi pensione che comprende anche il fondo di categoria del tuo CCNL con l’indicazione del contributo datoriale che puoi avere.